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Probabilmente non è la prima volta che senti parlare di “minimalismo“, ma sai cos’è il “minimalismo digitale“? Scopriamolo in questo nuovo articolo di approfondimento di EfficaceMente.

minimalismo digitale

In una recente intervista, alla domanda “qual è la sua idea di lusso?”, Brunello Cucinelli, considerato il Re del cashmere, nonché uno degli imprenditori italiani più illuminati, ha dato una risposta a mio avviso bellissima:

Il vero lusso è vivere una vita che sia segreta al tuo smartphone. Che non deve sapere se vado a passeggiare nel bosco o se sono a Camogli a parlare ad un convegno. Questo è il lusso che eleva l’animo umano, che lo avvicina alla grande bellezza“.

In un’epoca in cui le tecnologie digitali sono diventate sempre più invasive, il vero lusso non è più dunque quello di possedere l’ultimo modello di smartphone, ma evitare di esserne posseduti.

Saremo davvero ricchi (di tempo e di vita) solo se impareremo a proteggere i nostri spazi mentali da questi dispositivi e da questi algoritmi progettati a tavolino per assorbire completamente la nostra attenzione e rivenderla al miglior offerente.

Attenzione però, non fraintendermi: non è un rifiuto radicale della tecnologia quello che ti sto proponendo.

Non sono certo un neo-luddista! Anzi, abbracciare le nuove tecnologie, quando queste erano ancora considerate “roba da nerd“, ha contribuito enormemente al raggiungimento di molti miei obiettivi.

Da anni però suggerisco ai miei lettori di ripensare consapevolmente il proprio rapporto con la tecnologia e abbracciare una nuova filosofia che consenta loro di prendere il meglio dagli avanzamenti tecnologici dei nostri tempi, senza rimanere triturati tra i loro ingranaggi infernali.

A questa filosofia, uno dei miei autori preferiti ha dato un nome molto efficace: minimalismo digitale.

In questo articolo scopriremo cos’è il “minimalismo digitale” e perché adottarlo può letteralmente cambiarti la vita.

Cos’è il “minimalismo digitale” (e perché te ne dovrebbe fregare qualcosa)

L’autore a cui ti accennavo qualche riga fa è il Prof. Cal Newport, che è una sorta di contraddizione vivente...

Newport di giorno insegna Computer Science in una delle più prestigiose università americane, la Georgetown University, e di notte scrive articoli e saggi su come difendersi da quegli stessi algoritmi, che, come ricercatore, ha contribuito (in parte) a sviluppare.

Curioso poi che il suo TEDx sia intitolato emblematicamente: “quit social media” (“cancellati dai social”), ma è proprio grazie a questi ultimi e al tam tam digitale se ha raggiunto le 6 milioni di visualizzazioni.

Come detto, il Prof. Newport sembra essere una contraddizione vivente, ma come presto scoprirai, queste apparenti contraddizioni in realtà trovano la loro perfetta sintesi in quella filosofia di vita che nel suo ultimo saggio ha chiamato appunto: “minimalismo digitale“.

Se, come abbiamo visto in questo mio precedente articolo

“Il minimalismo è la ricerca consapevole di ciò che porta gioia nella nostra vita e l’eliminazione volontaria di tutto il resto.”

Secondo Newport, il minimalismo digitale è invece:

“Una filosofia di utilizzo della tecnologia che prevede la scelta accurata di un numero ristretto di attività digitali (app, siti, servizi online) che siano in linea con i nostri valori e l’eliminazione volontaria di tutto il resto.”

Insomma, niente social detox o diete mediatiche estemporanee, a cui spesso seguono malsane… abbuffate digitali, ma piuttosto un vero e proprio cambio di paradigma nel nostro rapporto con la tecnologia.

Invece di essere perennemente connessi, nel timore di perderci qualcosa di interessante (la famosa FOMO: fear of missing out), la filosofia del minimalismo digitale capovolge il nostro punto di vista e ci sprona a selezionare con cura quelle attività online e quei servizi digitali che creano reale valore nella nostra vita, sbarazzandoci di tutto ciò che potrebbe essere potenzialmente utile e interessante, ma che nella stragrande maggioranza dei casi assorbe semplicemente il nostro tempo e la nostra attenzione.

Nell’omonimo libro, il Prof. Newport spiega nel dettaglio come diventare dei provetti minimalisti digitali, non ti farò quindi spoiler (anche perché, a proposito del libro, ti svelerò un piccolo segreto a fine articolo).

Vorrei però condividere con te i 9 pilastri su cui si fonda questa nuova filosofia di utilizzo della tecnologia.

Se comprenderai questi principi base, capirai perché oggi è così importante abbracciare il minimalismo digitale

I 9 pilastri del minimalismo digitale

i 9 pilastri del minimalismo digitale

Quello che molti non sanno è che il libro “Minimalismo digitale” nasce da un esperimento condotto dallo stesso Newport con 1.600 dei suoi follower, esperimento finalizzato ad eliminare la dipendenza da smartphone e social e ritrovare un nuovo “equilibrio digitale” in 30 giorni.

I dettagli e i risultati dell’esperimento sono ripresi all’interno del saggio; nell’articolo originale del 2016 in cui Newport ha presentato il concetto di minimalismo digitale e ha invitato i suoi lettori a partecipare all’esperimento è presente tuttavia anche una sorta di “manifesto“, in cui vengono elencati i 9 principi base di questa filosofia.

Ho trovato questo “manifesto” molto interessante e ho pensato di riprendere per i miei lettori quei 9 punti che hanno dato vita al movimento del minimalismo digitale. Eccoli:

1. Rimanere tagliati fuori non sempre è un male

App come Facebook o Instagram sono state volutamente progettate per generare la famosa FOMO (Fear Of Missing Outpaura di rimanere tagliati fuori), a cui ti accennavo qualche paragrafo fa.

Ogni singola notifica che ricevi da queste app o che trovi all’interno delle app stesse è pensata per spingerti a controllare cos’è accaduto di nuovo dall’ultima volta che hai utilizzato questi servizi.

I cerchietti colorati attorno alle nuove stories di Instagram, le notifiche rosse che ti segnalano nuovi commenti o cuoricini, i numeretti sopra l’icona dei messaggi per avvertirti di nuove comunicazioni, ogni singolo dettaglio (inclusi i colori e il layout) è stato progettato per generare in te l’irresistibile voglia di controllare cosa ti sei perso nei 10 minuti in cui non eri incollato al tuo smartphone.

Naturalmente queste aziende non sono così zelanti perché temono che tu perda il messaggio della tua amica Laura.

No, a Mark Zuckerberg non gliene frega niente delle tue amicizie o delle tue relazioni: il suo unico obiettivo è aumentare il tempo che trascorri su suoi servizi, perché più tempo ci passi, più lui può rivendere questa tua attenzione agli inserzionisti pubblicitari.

Non farti infinocchiare, scegli deliberatamente di “rimanere tagliato fuori”: togli le notifiche dalle tue app.

2. Meno è meglio

minimalismo digitale: meno è meglio

Siamo stati spinti a pensare che se un servizio online o un’app possono darci un qualche beneficio (anche marginale), allora non possiamo farne a meno!

Potremmo definire questo approccio il… massimalismo digitale: scarico la qualunque, mi iscrivo a qualsiasi sito, perché chissà, magari un giorno mi può tornare utile o magari ogni 4 anni postano qualcosa di interessante.

Ci ritroviamo così ingorgati in un pantano di informazioni e aggiornamenti di bassa qualità, che ci rallentano e ci stressano e in cui difficilmente scorgeremo ciò che ci interessa davvero.

Il minimalista digitale al contrario, applicando alla lettera il principio di Pareto, sceglie di rinunciare in maniera consapevole all’80% del “rumore digitale“, selezionando con cura quel 20% di servizi, applicazioni e attività online in grado di dargli il massimo valore e qualità della vita.

3. Concentrati sui valori per te essenziali

Molti di noi sono (senza saperlo) dei massimalisti digitali perché in realtà non hanno chiari quali siano i valori e i principi guida della loro vita.

Ti sei mai chiesto cos’è davvero importante per te?

Prova allora a fare questo esperimento: vai a questo articolo e seleziona dalla lista di valori che troverai all’interno, i 5 per te più importanti in assoluto.

Una volta individuati, scorri rapidamente le schermate del tuo smartphone e chiediti quali app riflettono davvero questi tuoi valori essenziali.

…e poi elimina tutte le altre.

4. Ciò che merita emerge

minimalismo digitale: linkedin

Ipotizziamo che nell’esperimento precedente tu abbia scelto, tra i tuoi valori essenziali, la Realizzazione professionale e che per raggiungerla tu abbia bisogno di stare sui social.

A questo punto, come minimalista digitale dovresti chiederti: “devo necessariamente trascorrere le mie giornate a consultare e a postare su TUTTI i social networks inventati negli ultimi 10 anni o, per la mia professione, è sufficiente che mi focalizzi solo su… che so, LinkedIn?!

Il punto è che non tutte le tue attività online portano gli stessi risultati e le migliori, generalmente, tendono a distinguersi parecchio dalle altre.

Concentra i tuoi sforzi su queste attività e liberati senza rimorso delle altre.

5. Il rumore digitale è stressante

minimalismo digitale: calma

Controllare settecentorgici app, rispondere a 27.000 messaggini e passare da una finestra del browser all’altra tutto il santo giorno ha un impatto sulla nostra salute mentale.

Tendiamo ad ignorarlo perché… così fan tutti, ma nel momento in cui abbracciamo la filosofia del minimalismo digitale, trascorrendo il minimo tempo indispensabile online e solo su app e siti che creano per noi reale valore, improvvisamente ci accorgiamo di quanto più tranquille siano le nostre giornate e di quanto più tempo ci ritroviamo ad avere.

6. L’attenzione è una risorsa scarsa e fragile

Non è il tempo la risorsa per noi più importante, ma l’attenzione.

…e l’attenzione è una risorsa scarsa e fragile: ne abbiamo infatti un certo ammontare (limitato) ogni giorno e perderla è facile come estrarre il nostro smartphone dalla tasca.

Impara a difenderla come se ne andasse della tua stessa vita, perché ciò a cui dai attenzione È la tua vita.

“La tua vita è ciò a cui dai attenzione.”

7. Le migliori attività online sono quelle che ci fanno vivere meglio offline

Recentemente ho letto questa interessante citazione:

“Il vero problema dell’umanità è che abbiamo: emozioni paleolitiche, istituzioni medievali e tecnologie futuristiche.”

E. O. Wilson.

Il punto è proprio questo: il nostro cervello non si è ancora adattato alla rivoluzione tecnologica e non è un caso se dopo una giornata trascorsa a smanettare col nostro smartphone e a consumare informazioni e video online, ci sentiamo nervosi e stanchi.

Se scegliamo di intraprendere la via del minimalismo digitale dobbiamo quindi essere consapevoli che spesso le app e i servizi digitali che creano reale valore nella nostra vita sono quelli che ci aiutano a vivere meglio nel mondo reale.

Alcuni esempi? Le app di navigazione, le app per tracciare i nostri allenamenti, le app per tradurre da una lingua all’altra, etc.

8. Sospetta di quegli strumenti che risolvono problemi che non esistevano prima dell’avvento degli strumenti stessi

minimalismo digitale: snapchat

Le app che sfruttano il GPS del nostro telefonino risolvono un problema antico come l’umanità: aiutarci ad andare da un punto A ad un punto B.

Ma un’app nata per inviare messaggi che scompaiono dopo essere stati letti (Snapchat), quale problema esistenziale risolve? Nessuno, se non un problema marginale nato proprio con l’avvento delle app di messaggistica.

Se vuoi diventare un minimalista digitale, fai particolarmente attenzione a questa tipologia di app.

9. La creatività batte il consumo ogni singolo giorno della settimana

L’essere umano, nel suo profondo, è un artigiano.

Insomma ciò che ci dà reale soddisfazione è impegnare il nostro tempo e le nostre energie per creare qualcosa di originale.

Ecco perché le attività online che creano maggior valore nella nostra vita sono quelle che ci permettono di costruire qualcosa di utile e non quelle che ci spingono semplicemente a consumare.

Scrivere questo articolo, tra ricerche & co., mi ha richiesto circa 10 ore di lavoro, ma sono 10 ore che sento di aver speso bene e vederlo pubblicato mi dà soddisfazione (e spero si dimostri utile per te). Ma se avessi impegnato quelle stesse 10 ore navigando senza meta tra Facebook, Instagram e Youtube, probabilmente non avrei provato le stesse emozioni positive.

Scegli di investire il tuo tempo online per creare e non semplicemente per consumare.

Per concludere… (dovevo svelarti un piccolo segreto, giusto?)

minimalismo digitale: libri

Sono 10 anni che su EfficaceMente (tra le altre cose) condivido decine tra i migliori testi di crescita personale.

Il fatto che in questo articolo parli di un libro che dovresti assolutamente leggere dunque non è un novità.

Questa volta però, il libro in questione è diverso da tutti gli altri suggeriti in precedenza…

Alcuni mesi fa, infatti, mi è stato proposto di diventare Direttore di Collana della ROI Edizioni, una casa editrice nata da pochi anni, ma che ha già portato in Italia libri di autori come Seth Godin, Satya Nadella (CEO di Microsoft), Marco De Veglia, Filippo Ongaro e tanti altri ancora.

La collana in questione si chiama “Ottantaventi” (in omaggio al buon Vilfredo Pareto) e ha come obiettivo quello di pubblicare 3 nuovi libri all’anno dedicati alla crescita e all’efficacia personale.

…e questo per me è un piccolo sogno che si realizza.

Spesso infatti, la maggior parte dei libri che suggerisco sono disponibili solo in lingua inglese, un ostacolo per diversi miei lettori.

Come Responsabile della Collana “Ottantaventi” potrò finalmente portare sul mercato italiano alcuni dei miei libri preferiti, libri che in alcuni casi mi hanno letteralmente cambiato la vita.

…e come avrai ormai intuito, Minimalismo Digitale del Prof. Cal Newport è il primo dei libri che ho personalmente selezionato per la mia Collana.

Non vedo l’ora che tu lo legga e mi faccia sapere nelle recensioni di Amazon in che modo ti avrà aiutato a migliorare la tua vita.

Il libro uscirà ufficialmente il 19 giugno 2019 nelle migliori librerie nazionali, ma lo puoi già pre-ordinare su Amazon, usando il link qui sotto.

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Spero che questo nuovo progetto ti piacerà e ti sarà utile!

A presto.

Andrea Giuliodori.

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Gianmaria

Non nascondo che a fine articolo mi sono sentito preso in giro. Senza polemica, solo un ritorno con pretesa costruttiva.

Alexander Reif

Ciao Gianmaria, io la trovo invece un’iniziativa lodevole tradurre in italiano e portare a chi non conosce ancora l’inglese (non è il mio caso, l’ottanta per cento dei libri e dei blog che leggo sono in lingua inglese) dei libri di qualità. La lamentela “Uffa ma non esiste in italiano” ce la sentiamo dire da anni sul blog e sui gruppi Facebook di Andrea, quando lui propone libri inglesi.

Di Cal Newport ho apprezzato tantissimo anche DEEP WORK.

Comunque, pensandola in modo diverso da te Gianmaria, ho apprezzato la tua sincerità.

Andrea Giuliodori

Ciao Gianmaria, mi spiace leggere questo commento, ma non capisco in che senso ti senti preso in giro?

Giulio Vallata

Ciao Andrea! Congratulazioni per la tua nuova avventura. La tua lungimiranza su queste tematiche, un po’ controcorrente, ma necessaria, mi ha sempre affascinato. Nel 20% del digitale a cui non posso rinunciare c’è sicuramente Efficacemente che in questi anni mi ha dato molto più di quanto potessi immaginare. Anche io nel mio piccolo combatto per trovare un equilibrio soprattutto perché lavoro nel marketing, dove ogni app sembra necessaria. Fortunatamente sono riuscito a trovare la mia strada di disintossicazione dalle App ruba tempo nella SEO, creare valore per le persone è ciò che mi interessa veramente, a costo di rimanere tagliato fuori dal rumore dei social.

Andrea Giuliodori

Ciao Giulio, sono davvero felice che EfficaceMente rientri nel tuo 20% ;-)

Buon lavoro e buona settimana.

ted

Confermo, ogni volta le sorprese sono solo tanta pubblicità per efficacemente: sono diventato editore ordinate i miei libri(Preferisco i libri in inglese come anche tu suggerisci).
– il mio libro ha venduto tanto, comprate il mio corso crea tempo solo per due giorni.

Ci fosse ogni tanto uno sconto un servizio in più per chi ti segue da anni e non solo pubblicità ogni volta!

Mi piaciono i tuoi contenuti, ma un po meno di presa in giro digitale non sarebbe male essendo istruiti da te a non cascarci.

Ted

Andrea Giuliodori

Ciao Ted, temo tu stia facendo un po’ di confusione.

Essere curatore di una collana, non ha nulla a che fare con l’essere editore e quelli proposti non sono “miei” libri, ma libri che ho personalmente selezionato sul mercato americano, tra i migliori autori che seguo.

Questo nuovo progetto è più un impegno per me, che altro, ma l’ho accettato con entusiasmo, proprio per offrire un nuovo servizio ai miei lettori.

Come detto giustamente da Alex in un precedente commento, sono anni che numerosi lettori mi rimproverano di suggerire testi in lingua inglese, adesso non va neanche bene se quei testi li faccio portare in Italia, ve li faccio tradurre e ve li rendo disponibili nelle principali librerie italiane?! Ma è proprio vero che chi fa sbaglia ;-)

No, seriamente leggere il tuo commento e quello di Gianmaria, mi ha un po’ deluso: da 10 anni ci metto impegno, trasparenza e onestà nel mio lavoro e molte delle recenti iniziative (dal libro Rizzoli, agli audiolibri con Audible, etc.) mi hanno portato in tasca davvero poco, ma le ho fatte perché voglio che i miei lettori abbiano il più ampio accesso alle migliori risorse di crescita personale.

Poi ripeto, capisco che in Italia, come fai sbagli, però mi auguro che ora che vi ho spiegato in cosa consiste il progetto e che i miei ritorni personali sono alquanto assottigliati, abbiate un sano ripensamento.

Ps. Per quanto riguarda la vendita di nostri corsi invece, non vorrei sconvolgerti, ma è esattamente questo il modello di business di EfficaceMente: 90% di contenuti gratuiti messi a disposizione di tutti e 10% di contenuti a pagamento che tengono su la baracca. Nessuno naturalmente vi costringe a comprarli, però abbiate la decenza di non lamentarvi se ci “permettiamo” di pubblicizzarli.

ted

Ciao Andrea,
il mio commento non faceva il minimo riferimento alle tue lodevoli attività. Rileggendolo anzi mi scuso perché lo trovo un po’ fuori luogo.

Ti seguo sempre con molto interesse e per quanto riguarda i libri ho sempre trovato illuminanti i tuoi consigli.

Sono molto contento del traguardo che hai raggiunto e sono sicuro che farai benissimo nel ruolo.

PS: già prima della fine avevo comparto DEEP WORK su Amazon. Adoro i libri e la lettura, l’altro libro di Cal l’ho messo in lista su Amazon come prossimo acquisto.
Grazie
Ted

Andrea Giuliodori

Grazie Ted,
buone letture!

Flavia

Infatti non si capisce proprio in che senso si sente preso in giro. Andrea cura un sito, una newsletter, offre dei corsi: è un vero lavoro a tempo pieno, non è mica un’attività di volontariato o beneficienza.
E’ un commento tipico di molti italiani: il lavoro degli altri dovrebbe essere gratis, il proprio dovrebbe essere strapagato, purtroppo conosco decine di persone che ragionano così.

Riccardo

Flavia, quanto ai ragione. Andrea svolge un lavoro, non un servizio pubblico. È tipico soprattutto di chi non vive il mondo professionale di pensare che tutto sia dovuto o a costo semizero.

Dario

Congratulazioni! C’è la versione kindle?

Andrea Giuliodori

Al momento non credo sia disponibile, ma devo chiedere alla casa editrice se prevedono di farla o meno. Vi aggiorno a riguardo.

Andrea Giuliodori

Ciao Dario, mi sono informato: mi hanno confermato che il giorno della pubblicazione 19/06/2019, sarà disponibile anche la versione Kindle.

Marco

Ciao Andrea, ti faccio i miei auguri per la nuova avventura, spiace leggere i soliti commenti da “italioti”, che vorrebbero tutto “aggratis”. Ci sarà un motivo se qui le cose vanno sempre peggio, con questa mentalità…Comunque per le prossime edizioni ricordati del tuo libro preferito “the slight edge” l’ho letto in inglese e mi piacerebbe averlo per regalarlo a persone a cui tengo. Auguri ancora, continua così!

Andrea Giuliodori

YEP! È tra i primissimi che vorrei far pubblicare ;-)

Federica Mutti

Un articolo davvero interessante! Personalmente mi ritrovo molto in questa mentalità del Minimalismo Digitale, anche se, facendo la social media manager di lavoro, in settimana è davvero difficile non farsi prendere dalle “abbuffate” di social (mentre nei weekend sparisco, stile “ritiro spirituale” ahahah!)

Il mio problema principale ora sono le centinaia di newsletter a cui mi sono iscritta negli anni! Qualcuno avrebbe da consigliarmi un tool affidabile per disiscrivermi con velocità da quelle che non mi interessano più?

Grazie mille e Andrea, sempre grandissimo!

Andrea Giuliodori

Ciao Federica, io conoscevo il servizio unroll.me, purtroppo però si è scoperto che l’azienda in questione vende i dati di chi utilizza il servizio. In pratica, scanna la tua casella email in cerca di iscrizioni, ricevute, etc. e poi vende questi dati ad aziende terze.

Per carità, è una pratica lecita e molto diffusa (Google, Facebook & co. fanno di peggio), ma io ho smesso di usarlo.

Margherita

Ciao! Ho trovato questo articolo super interessante! Ad ogni riga letta, la mia testa no faceva altro che muoversi avanti e indietro, segno che, effettivamente, mi ritrovo in tutto ciò che ho letto. Mi sono resa conto anch’io che molto dello stress accumulato a fine giornata era dovuto proprio all’uso errato dello smartphone (errato, non smodato).
In bocca al lupo per la tua nuova avventura da direttore!

Andrea Giuliodori

Grazie Margherita!

Silvia

Bravo e grazie!

Andrea Giuliodori

Grazie.

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