36
6 min

Se continui a rimuginare sui tuoi problemi e sul passato in questo articolo troverai una storia e tre strategie pratiche per liberarti da queste zavorre mentali.

come smettere di rimuginare

“Svuota la tua mente. Sii senza forma. Senza limiti, come l’acqua. Se metti dell’acqua in una tazza, l’acqua diventa come la tazza, se la metti in una bottiglia, diventa come la bottiglia. In una teiera, diventa come la teiera. L’acqua può fluire o spezzare. Sii come l’acqua amico mio.”

Bruce Lee.

Immagina questa scena: stai affrontando uno di quei periodi di studio o di lavoro particolarmente intensi; in quei giorni non fai altro che pensare al weekend o alle ferie, ma quando è finalmente il tempo di staccare la spina, la tua mente non ne vuole sapere e continua a dimenarsi come una scimmia impazzita.

Se questa scena ti suona familiare, ti do ufficialmente il benvenuto nell’AIR:

Associazione Italiana Rimuginatori

L’AIR, solo in Italia, conta milioni di tesserati (a loro insaputa), persone insospettabili che quotidianamente praticano con dedizione l’antica arte del… rimuginare:

Rimuginare /ri·mu·gi·nà·re/ – tornare insistentemente e in maniera quasi ossessiva sugli stessi pensieri, senza individuare un’utile soluzione.

Prendere consapevolezza di essere iscritti all’AIR è un primo passo, ma adesso che lo sai, probabilmente ti starai chiedendo: “Andrè… come smetto di rimuginare?!”

Lascia che ti racconti una storiella illuminante. Al termine dell’articolo, come al solito, troverai alcuni consigli pratici per mettere in pratica questi insegnamenti ;-)

I due monaci zen e l’antica arte di rimuginare sul passato

Forse avrai già letto la storia dei due monaci zen, ma riproportela non può che esserti di aiuto.

Io stesso ne avevo sentito parlare diversi anni fa, eppure rileggerla dopo un periodo di lavoro particolarmente intenso, mi ha aiutato a mettere uno stop al continuo rimuginare.

Chissà… magari ha lo stesso effetto anche su di te ;-)

come-smettere-di-rimuginare-pozzanghera

Due monaci zen, Tanzan ed Ekido, camminano lungo una strada fangosa. Arrivati nei pressi di un villaggio incontrano una ragazza con uno splendido kimono dorato, che cerca di attraversare una pozzanghera particolarmente estesa.

La ragazza è incapace di muoversi, temendo che il proprio kimono, bagnandosi, possa subire danni irreparabili. Senza esitare Tanzan offre il suo aiuto alla ragazza e caricandosela in spalle la trasporta dall’altra parte della pozzanghera.

Dopo questo curioso episodio, i due monaci proseguono il proprio cammino.

Arrivati al monastero, Ekido, che era stato inquieto per tutto il resto del viaggio, sbotta e con tono di rimprovero si rivolge a Tanzan con queste dure parole: “Perché hai portato quella ragazza sulle spalle? Sai bene che i nostri voti ce lo proibiscono!”

Tanzan, per nulla turbato, guarda il suo compagno di viaggio e con un sorriso risponde con queste sagge parole:

“Io ho portato la ragazza qualche ora fa, tu invece la stai ancora portando sulle tue spalle.”

Allora, ti è piaciuta? Quanto spesso ti comporti come Ekido e quando invece riesci a seguire il buon senso di Tanzan? Se continui a rimuginare sul passato, mi auguro che questa semplice storiella abbia iniziato a mettere in moto gli ingranaggi necessari per sviluppare un nuovo atteggiamento mentale. Vediamo comunque di dar loro una bella spinta con alcuni consigli pratici anti-rimuginamento ;-)

3 strategie pratiche per smettere di rimuginare

Tentare di controllare la mente è un’impresa vana (e spesso inutile). Molto più efficace assecondarla e lentamente indirizzarla verso percorsi più costruttivi. Per intenderci: difficilmente riusciremo a sviluppare il distacco zen di Tanzan, ma tutti noi possiamo iniziare a mettere in pratica questi 3 semplici stratagemmi:

1. Sostituisci i “Perché”

Il “perché” è una parolina molto potente. Chi ha letto Start! La guida anti-procrastinazione, conosce bene l’esercizio dei 10 perché. Ma questa parolina è anche molto pericolosa.

Quando i nostri “perché” sono rivolti al futuro e ai nostri obiettivi generano in noi motivazione, ma se sono rivolti al passato e ai nostri problemi generano in noi frustrazione.

Quante volte ti sei chiesto: “perché è capitato proprio a me?”, “perché mi sono comportato in quel modo?”, “perché gli altri si sono comportati in quel modo?”… “perché, perché, perché?”.

Una mente intenta a rimuginare è alla continua ricerca di spiegazioni per accadimenti passati che a volte sono privi di una motivazione razionale e che semplicemente dobbiamo imparare ad accettare.

Ogni volta che senti arrivare uno di questi inutili “perché”, prova a ripetere nel silenzio della tua mente questo pensiero di Marco Aurelio, filosofo stoico, scrittore ed imperatore romano:

“Niente capita a nessuno, che questi non sia per natura in grado di reggere.”

Marco Aurelio.

Ps. se vuoi approfondire il pensiero stoico ti consiglio la lettura della raccolta “Pensieri” dello stesso Marco Aurelio.

2. Utilizza un “albero dei guai”

Rimuginare sui propri problemi significa non essere in grado di lasciarli andare: usciamo dall’ufficio, usciamo dalle aule universitarie, eppure la nostra mente rimane lì, come imprigionata in una cella dalle sbarre invisibili, ma impenetrabili.

L’albero dei guai è uno dei metodi più efficaci per imparare a lasciarsi alle spalle problemi e preoccupazioni che non dovrebbero intossicare la nostra vita.

Come funziona?

L’idea di base è molto semplice e consiste nel creare una sorta di appuntamento o rituale anti-preoccupazioni. Se vuoi approfondire questa strategia ti rimando all’articolo in cui ne ho parlato nel dettaglio: Come liberarti dalle preoccupazioni: l’albero dei guai.

3. Rifugiati nel tuo “monastero”

Visto che abbiamo parlato di monaci zen che fanno ritorno al proprio monastero, la terza ed ultima strategia che voglio proporti prende spunto proprio da questo luogo di ritiro e silenzio.

Prova a rifletterci: quando la tua mente si ritrova a rimuginare spesso lo fa su pensieri che in realtà neanche ti appartengono! Le parole del tuo capo, dei tuoi colleghi, del tuo partner si trasformano in dischi rotti che riecheggiano senza sosta nel tuo cervello.

In questi casi, utilizza questa semplice tecnica di visualizzazione:

immagina che nascosto tra le pieghe della tua mente ci sia un luogo sacro, un monastero. Ogni volta che lo desideri potrai rifugiarti nel tuo monastero e lasciare fuori tutto quel vociare petulante che intasa i tuoi pensieri.

Un consiglio: per rendere questa visualizzazione efficace, ritagliati ogni giorno qualche minuto ed immagina nei minimi dettagli di avvicinarti a questo monastero e di entrare nella “stanza del silenzio” dedicata a te e a te soltanto.

  • Dove sei: in montagna, in collina, vicino al mare?
  • Di che forma è la struttura del monastero?
  • Senti degli odori particolari?
  • Che ora del giorno è?
  • C’è il sole o è nuvoloso?
  • Com’è la tua stanza del silenzio: spaziosa, luminosa, vedi altri dettagli?
  • Cosa fai una volta entrato: ti siedi (se sì, dove?), ti stendi, ti affacci alla finestra per ammirare il paesaggio circostante?

Maggiori saranno i dettagli che riuscirai a visualizzare e più efficace sarà l’esercizio.

Ps. Come detto, spesso le parole che intasano la nostra mente non ci appartengono: indagare su queste “voci mentali” può svelarci molto sulla loro origine e su come possiamo zittirle. Se può esserti utile, ho approfondito le 5 principali tipologie di dialogo interiore all’interno dell’estratto gratuito di APP – Autostima Passo Passo.

Se sei già iscritto alla newsletter, ti ho messo il link direttamente nell’email di questo post, altrimenti lo puoi ricevere iscrivendoti dalla pagina di presentazione del manuale (la trovi cliccando qui).

In conclusione…

Prova una ed una sola delle tre strategie proposte: se ti accorgi di continuare a rimuginare, prova la successiva, finché non avrai trovato quella che più si adatta a te e alla tua situazione.

Pensare in modo ossessivo al passato non fa altro che risucchiare quelle energie indispensabili per costruire il nostro futuro. Non lo permettere.

Per salutarti ti dedico questa scena interpretata da Bruce Lee, da cui è tratta la citazione ad inizio articolo: “sii come l’acqua amico mio” :-)

Ps. Come anticipato nel gruppo Facebook di EfficaceMente, in questo periodo estivo, invece del classico articolo settimanale, pubblicherò 2-3 articoli al mese, sempre di lunedì.

Inutile caricarti di informazioni e strategie se poi non hai a disposizione il tempo sufficiente per metterle in pratica. Con EfficaceMente voglio portare avanti una filosofia di crescita personale estremamente concreta e mi auguro tu possa apprezzare la scelta di ridurre la frequenza di pubblicazione dei post, continuando a migliorarne la qualità.

A proposito: ti è piaciuto quest’ultimo articolo? Fammelo sapere attraverso i pulsanti social e i commenti qui sotto. Ci tengo ;-)

Buona settimana. Andrea.

Foto tratta da Google Immagini.

Commenta

Pippi

Rimuginare però non è anche una strategia del nostro cervello per capire quello che ci è successo e aiutarci a interpretare la realtà e magari trovare nuove soluzioni?
spesso in realtà il.rimuginio è sempre identico a se stesso e non porta da nessuna parte, diventando deleterio…però mi domando se una piccola parte non sia in realtà utile..

Giulio

Se non sbaglio e se ricordo bene solo l’8% delle nostre preoccupazioni sono vere o dipendono da noi, il restante 92% sono esterne a noi, non si realizzeranno mai o fanno parte del passato.

Grippato

Secondo me, effettivamente è utile, perchè tramite esso dovremmo, in teoria, trovare delle spiegazioni logiche a ciò che è successo, e quindi trovare di conseguenza delle soluzioni che evitino di farci cadere in quella spiacevole esperienza che ha causato il dolore e il conseguente rimuginio.

Il fatto è che è a mio parere un meccanismo ancora tarato sulle dinamiche pre-industriali o addirittura preistoriche, dove l’esistenza era infinitamente più “lenta” di oggi.

Oggi ci capitano talmente tante cose che non abbiamo tempo di esaminarle tutte per trovarne una soluzione e così ci portiamo dietro un sacco di pensieri che ci logorano inutilmente.

Bisognerebbe, al limite, selezionare il più pressante e dedicarcisi, ma sul serio, al 100%, stile monaco eremita, e accontentarsi della prima cosa utile che salta fuori.

Ambra Bertozzi

Secondo me la differenza sta tra “analizzare” e “rimuginare”. Se ci capita un episodio spiacevole, o un fallimento, allora è giusto analizzarlo per capire dove e cosa abbiamo sbagliato, se la colpa è nostra, se c’erano componenti esterne che non potevamo controllare e via dicendo. Ma una volta terminata l’analisi, si fa tesoro dell’esperienza e si riparte cercando di imparare dagli errori. Se invece si continua a pensare e ripensare a quell’episodio, continuando a ripeterci che “avremmo fatto meglio se…” oppure “non avremmo dovuto dire quella cosa” o peggio ancora “chissà adesso cosa penserà tizio di me” ma senza poi imparare nulla dall’esperienza, ecco che finiamo per rimuginare inutilmente. E questo è tutt’altro che Efficace. Ovviamente questo è solo il mio punto di vista ;)

Grippato

No no hai ragione.
Quindi alla fine bisognerebbe analizzare di più e rimuginare di meno o meglio mai.

Cristina

Le convinzioni positive riguarda all’utilità della rimuginazione come strategia di coping ( per esempio ” preoccuparmi mi serve a trovare una soluzione ai problemi”) portano l’ individuo ad affidarsi eccessivamente alla rimurginazione e a usarla come modo di fronteggiare i problemi della vita quotidiana, questo eccessivo affidamento alla rimurginazione a parer mio, aumenta la possibilità di sperimentare conseguenze negative proprio per il suo carattere di incontrollabilità!!

Angelo

Ci voleva proprio questo articolo questa mattina. Adesso la giornata può iniziare con il piede giusto. Grazie Andrea.

Antonio Di Costanzo

Andrè sei davvero eccezionale, riesci a colpire ogni punto debole della mia persona. Alcuni articolo trattano nel dettaglio di problemi che riscontro in me e che cerco di affrontare ogni giorno.
Con i tuoi articoli riesco ad affrontare meglio le giornate e trovo ricchi suggerimenti che mi aiutano a capire come trarre il meglio dalle mie azioni quotidiane. Ahimè ancora ho problemi seri di procrastinazione specialmente in determinati periodi della giornata, ma conto di lavorarci sodo al fine di abbattere queste barriere e raggiungere i miei obiettivi. Grazie mille e Buona Giornata!

cicciuzzu

Ciao andrea
ti volevo chiedere , dato che dai sempre 1000 consigli pratici e funzionali , come faccio a programmare la mia giornata con i tuoi consigli ?
sono tanti , è davvero complicato poterne fare anche metà …
Personalmente poi, ti volevo ringraziare , perchè grazie a te sto portando a termine una cosa …
ti parlo della patente B , ora sono nella fase delle guide, quella più “semplice” , mi hai saputo dare la carica grazie all’articolo su Emil Zatopek , non è mai troppo tardi per rincorrere i propri sogni , ma devi iniziare a correre …
Sei un grande , quando avrò qualche spicciolo messo da parte grazie alla tecnica di “Costruire un capitale in 4 mosse ” i miei soldi del CdC un terzo saranno spessi nei tuoi libri … ;-) ;-)
Sto sito mi sta ridando speranza, tu mi stai ridando gli occhiali da vista per vedere il mondo quando è bello …
Ti vorrei vedere di presenza per abbracciarti , grazie andrè …

Mario Bernabucci

:) Bell’articolo come sempre!

Carica altri commenti

Registrati gratis per continuare a leggere. Iscrivendoti riceverai anche l’esclusiva newsletter del lunedì di EfficaceMente

Sono già registrato
Altri lettori trovano interessante