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Lo zen e l’arte di… guidare un taxi.

“Rendi la tua mente libera, lasciando che scorra insieme agli eventi. Rimani concentrato ed accetta qualsiasi cosa stia accadendo.”

Chuang Tzu.

La scorsa settimana, di ritorno da una trasferta, ho avuto un interessante dialogo con un tassista sulla vita, i tanti problemi che ci affliggono ed il modo più efficace per affrontarli.

Vorrei condividere con te le parole d’ispirazione di questo particolare tassista…

Il tassista “zen”

Prova ad immaginare il traffico di Milano, il venerdì sera in una giornata di pioggia: una scena da girone dantesco. Luci, colpi di clacson, imprecazioni, frenate, ripartenze, semafori (sempre rossi): insomma, un giorno di ordinaria follia milanese.

Appena arrivato alla stazione centrale di Milano, vengo travolto da questa onda tumultuosa e maleodorante, e tra uno slalom e l’altro in mezzo a trolley e viaggiatori spaesati, riesco a raggiungere la fermata dei taxi: fila interminabile (strano?!).

Stanco e un po’ affamato, aspetto pazientemente il mio turno, finché non vedo arrivare il “mio” tassista… il tassista “zen”.

Non ricordo il modello del taxi (no, non era una marca giapponese!), ma appena salito vengo avvolto da una quiete ovattata: i rumori della città sembrano il rollio dei tuoni di un temporale lontano, il taxi ha un gradevole profumo ed i sedili in pelle sono puliti ed accoglienti. Ho vinto il terno al lotto dei taxi. Dico la mia destinazione ed ha inizio l’odissea in mezzo al traffico infernale di Milano.

Tra una sbirciata al mio iPhone ed un’occhiata fugace alla battaglia epica tra macchine e scooter fuori dal finestrino, mi fermo ad osservare il tassista: è un uomo sulla cinquantina, occhi piccoli e fisico di chi apprezza la buona cucina italiana. Incuriosito dal senso di tranquillità che emana decido di interrompere il sottofondo della radio con una domanda a bruciapelo:

Io: “Lei come fa a non impazzire in mezzo a questo traffico per 10 ore al giorno, tutti i giorni?

Tassista: “Seguo l’onda“.

L’arte di saper seguire l’onda

Sorpreso ed affascinato da questa semplice risposta, incalzo il tassista “zen” con nuove domande.

Io: “cosa intende per seguire l’onda?

Tassista: “sa, questo non è il mio lavoro principale. Dirigo uno delle più importanti centrali radiotaxi di Milano, ma ogni tanto mi piace tornare in mezzo al traffico per rilassarmi. Faccio salire il cliente, aspetto che mi dica la meta e mi faccio trasportare dall’onda. Seguo il respiro della città, senza affrettarmi, ma senza mai fermarmi. Insomma, mi faccio cullare dal traffico“.

Un idolo.

Quello che fino a pochi minuti prima consideravo uno dei lavori più stressanti e logoranti, mi era appena stato presentato come una “tecnica di rilassamento“.

Stress, preoccupazioni, problemi insormontabili sono solo nella nostra mente. Anche nelle situazioni più difficili abbiamo sempre almeno 2 alternative:

  • Lasciarci travolgere dallo tsunami dei nostri problemi e delle nostre ansie, o…
  • Seguire l’onda, dando di tanto in tanto un colpo di remi per aggiustare la rotta.

Al tassista “zen” non importa dove il cliente decide di portarlo, la sua è una mente che vive nella “quiedora“. Si lascia cullare dal traffico: non si oppone, si limita ad adattarsi a lui, come una goccia d’acqua segue il torrente di montagna.

E tu cosa stai facendo in questo momento? Stai seguendo l’onda o ti ci stai schiantando contro?

Foto di Ben Fredericson (xjrlokix)

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Lucrezia

Fantastico articolo! Grazie

Andrea

Grazie a te per il commento Lucrezia ;-)

Ilaria Cardani

Che cosa sto facendo in questo momento? Sto commentando questo post, seduta alla mia scrivania, nel silenzio e nella tranquillità assoluta del mio appartamento. Sento gli scricchiolii del parquet. Ascolto musica e il cinguettio degli uccelli che si assembrano sull’agrifoglio del giardino. Un agrifoglio tutto pieno di bacche rosse (si sta avvicinando il Natale ed è quasi al massimo della “fioritura”). Il cielo è nuvoloso. L’aria, dopo tutta la pioggia di questi giorni è “quasi” pulita. In lontananza, ogni tanto, si sentono le sirene delle autoambulanze, delle “macchine blu” e degli antifurti.
Succede, se vivi a Milano.

Andrea

Rimango sempre meravigliato da quel micro-cosmo che è Milano ;-)

Ilaria Cardani

Anch’io :).

Antonio Di Benedetto

Mi godo questa lettura. In fondo difficilmente mi faccio prendere dal panico e cerco di vivere la situazione quotidiana, senza recriminare, in fondo quello che viviamo per la maggior parte e’ il frutto delle nostre scelte o delle conseguenze delle nostre decisioni. Carpe diem o no? Antonio

Roberto

Che bella l’immagine del tassista che segue l’onda..una vera immagine di ‘serenità’ in mezzo al caos del venerdi sera milanese.
Ho la fortuna di vivere in mezzo al verde a un’ora dal mare e a un’ora dalla montagna.
E’bello sapere che anche in mezzo al traffico assordante, alla fila di macchine, ai suoni di clacson c’è chi riesce, in tutta tranquillità, a crearsi, e a creare per gli altri, uno spazio di respiro profondo, di quiete e di silenzio.

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